26/03/13

BARKING DOGS NEVER BITE (Flandersui gae)


http://www.imdb.com/title/tt0269743/
Succede che ci si lamenta spesso di come tanti film non arrivino in Italia. Uno dice "eh certo, arrivano sempre i soliti nomi" ed è vero, visto che abbiamo la fortuna di vedere importati nel Bel Paese autori come Kim Ki-duk, Park Chan-wook (Oldboy) o Takashi Miike (Ichi The Killer, per dirne uno), che nonostante facciano film non campioni d'incassi, hanno comunque la fortuna di portare in qualche sala (o a casa vostra) le proprie pellicole tradotte. Per altri registi, invece, il nostro mercato è off-limits, come vedremo in questo caso.

Nel 2000 Bong Joon-ho è un promettente regista appena trentenne: dopo un po' di cortometraggi, dove cura personalmente ogni aspetto della creazione, fa il grande salto, passando alla direzione di un lungometraggio chiamato Flandersui gae (Il cane delle Fiandre). Chi ha un minimo di dimestichezza con la letteratura inglese, avrà intuito che il titolo riprende il racconto omonimo di Marie Louise Ramée (Ouida), opera famosissima in Oriente (tanto da aver avuto due incarnazioni anime e una filmica), da cui riprende alcuni elementi trattandoli però in chiave satirica: succede infatti che Bong prende questo racconto e lo sviscera, prendendone in prestito alcuni elementi che posizionerà poi sotto l'ottica di una commedia nera, aggiornandola chiaramente per un pubblico moderno.

Yun-ju è l'assistente disoccupato di un professore universitario, la cui salute mentale è messa in discussione dall'abbaiare dei cani nel palazzo in cui abita. Ne è ossessionato, non ne può più, per cui comincia a rapirli e  cerca di sbarazzarsene. Hyeon-nam è invece la segretaria di una tipografia: sogna l'avventura e così, quando viene a sapere della scomparsa dei cani del quartiere, si mette sulle tracce del rapitore.
Il film si rivela un successo di pubblico e nei festival: vincitore del premio per il miglior montaggio allo SlamDance Festival 2001 e nella categoria giovani registi all’HK film festival 2002, viene presentato in in giro per il mondo sempre all'interno di diverse manifestazioni, ottenendo persino release cinematografiche in Belgio, o in dvd negli States e in Canada. Barking Dogs Never Bite (questo il titolo internazionale) diventa il trampolino di lancio per la carriera di Bong Joon-ho, che tre anni dopo girerà l'acclamato Memories of Murder (di cui tratteremo magari nei prossimi mesi).

Il film, si diceva, è una satira sociale sotto forma di commedia dark, che ha come tema principale il rapporto tra uomini e cani, metafora delle difficoltà nei rapporti interpersonali tra gli stessi uomini e tra questi e i quartieri in cui vivono - periferie remote e desolate come città fantasma. Il condominio che fa da sfondo alla vicenda è infatti un contenitore di una situazione sociale carica e fuori controllo, costellato di personalità dall'incredibile egoismo e dall'animosità nei confronti dei più deboli (si veda il rapporto tra Yun-ju e sua moglie). Sarebbe tutto finito, se non ci fosse la variabile, Hyeon-nam, l'unica a non accettare l'influsso di apatia e cattiveria, perdendo addirittura il posto di lavoro a causa del suo buon cuore.
A fare da contorno ai due protagonisti, una straordinaria galleria di personaggi squisitamente sopra le righe come il custode che ama cucinare stufato di cane, o il barbone che preferisce fare spiedini di cane, o ancora, una commessa grassoccia, pigra e cattivissima; personalità nevrotiche, paradossali, unite tra loro dall'amore/odio verso i cani, per lo più bestie antipatiche ma allo stesso tempo vittime sacrificali, rappresentazione della debolezza di una fascia sociale che non può fare a meno di prendersela con i più deboli a causa dei loro fallimenti.

Grazie ad una piacevole ironia e ad una regia compatta, Bong Joon-ho, che ha anche co-scritto il film, rende al meglio questa commedia non prendendosi troppo sul serio, regalando un ottimo intreccio di storie con conseguente mescolanza di situazioni sopra le righe, creando una mix di emozioni contrastanti nello spettatore che non potrà identificarsi coi protagonisti, resi credibili perché semplicemente descritti con tutte le loro nevrosi, i loro difetti, le loro paure, e non giudicati dall'occhio del regista.

Da sottolineare le performance dei due attori protagonisti: Doo-na Bae (Sympathy for Mr. Vengeance, prossimamente in Cloud Atlas), all’epoca attrice semi-esordiente, ma ciò nonostante si cala egregiamente nel ruolo, risultando molto credibile; dal canto suo, Sung-jae Lee (Kick the Moon, Song of Dreams) esprime perfettamente le azioni eccessive e nevrotiche del suo personaggio, a cui da modo di apparire sempre più simile ad un cane in cerca di attenzione che abbaia.

Barking Dogs chiaramente non è una pellicola perfetta: acerba nella gestione del ritmo (forse troppo pacato) e tempi (eccessivamente lunghetto, dove alcuni momenti potevano essere accelerati o anche eliminati), non possiede dialoghi interessanti, ma resta comunque ben modellata da un sapiente uso di commedia mista a dramma e viceversa, un'ottima capacità registica e una brillante colonna sonora jazz. 

(Articolo originariamente apparso su Mangaijin #2

Nessun commento:

Posta un commento